Sulla strada in ciottoli che da Silans porta al Duomo, ci si imbatte in una imponente struttura in pietra. È l’antico lavatoio di Gemona.

Nella prima metà del 1500 a Gemona nasce il lavatoio pubblico alimentato dalla fonte del Glemine.

Nell’era precedente numerosi erano i decreti di divieto di lavare i panni (in assenza di lavatoio) e “altre cose immonde” nelle vasche e fontane deputate all’abbeveraggio di animali e umani.

Ma a cosa ci si riferiva quando si nominavano “le cose immonde”? Oltre a verdure che sporcavano l’acqua, si usava scuoiare gli animali e conciare le pelli alle fontane. Non solo! Alcune lavandaie, per dispetto a chissà quali sgarbi, inquinavano le acque delle vasche con interiora di animali e altri scarti, rendendo il bucato delle altre famiglie sporco e maleodorante. Questo portava a frequenti liti e percosse. Altro che “belle lavanderine”!!!

Il lavatoio viene dotato di copertura negli ultimi decenni del 1500, come testimoniato da alcune delibere consiliari in cui viene ribadito che coloro che getteranno i sassi sulla copertura del lavatoio (dalla strada sovrastante) verranno multati.

La copertura in legno durerà, anche se malridotta, fino alla prima metà del 1800. Il lavatoio come lo vediamo oggi, ovvero con una copertura in pietra, le arcate, i due corridoi laterali per le lavandaie ed i muri di rinforzo e contenimento, risale al settembre del 1836 (progetto di Antonio Zozzoli).

Tutta la struttura è costruita con pietre locali (o che oggi definiremmo così): le pietre dell’Orvenco formano due pilastri aggiuntivi pilastri, la pietra piasentina sopra ai muretti viene da Artegna, i piani delle vasche sono di pietra fatta arrivare da Colle Rumiz (Tarcento).

Questo lavatoio, come molti altri, è stato in uso fino agli anni 40 del secolo scorso.

Oggi possiamo sederci nei pressi del lavatoio e immaginare la vita lo animava. Le donne che arrivavano con le ceste piene di biancheria da sciacquare, le chiacchiere, lo scambio di informazioni, la fatica condivisa per un lavoro duro ma necessario. Tutto questo è testimoniato da pannelli espositivi che si trovano su tutta l’area, con testi, mappe, grafici e foto storiche.

Fonte “Il lavatoio del Glemine” di Giuseppe Marini

http://borgogodo.altervista.org/LavatoioDelGleminaW.htm


Nome

Lavatoio del Glemine

Comune

Gemona del Friuli (UD)

Restauro

Conservato (ultimi lavori nel 1836)

Struttura

Coperto e a tre vasche.

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